TACCUINO
Il ritrovamento del taccuino di lavoro di Felice Giani permise di risalire al reale luogo di nascita del pittore neoclassico che fino alla metà del secolo scorso era considerato “faentino” o di “San Sebastiano Monferrato” a causa di una serie di errori di interpretazione e del suo continuo viaggiare per affrescare i palazzi più prestigiosi dell’epoca.
Fu il dottor Riccardo Giani di San Sebastiano Curone, medico, studioso, fotografo e appassionato ricercatore della storia della Val Curone a fornire ai più autorevoli critici d’arte della metà del secolo scorso le notizie ed i documenti riguardanti le origini sansebastianesi del pittore suo conterraneo.

Nel 1952 il dottor Giani scrisse una lettera allo storico dell’arte Servolini per comunicargli di avere casualmente ritrovato, rovistando nel solaio della sua vecchia casa, una serie di documenti che attestavano la nascita a San Sebastiano Curone dell’artista e ne documentavano con precisione l’attività. Tra i preziosi documenti, ora nella disponibilità dell’Archivio grazie ad una donazione in comodato d’uso gratuito dei suoi eredi, furono ritrovati:
- il diploma originale dell’Accademia di San Luca col quale Felice Giani venne ammesso a membro dell’Accademia, pergamena decorata a mano riportante la firma autografa dell’allora Principe dell’Accademia: Antonio Canova;
- un ricco carteggio epistolare che documenta con dovizia di particolari la vita del pittore, il suo ambito relazionale e lavorativo, le numerose città nelle quali lavorò e dal quale si evincono aspetti curiosi e interessanti sulla vita dell’artista e si delinea il suo carattere originale e brioso;
- il prezioso taccuino di lavoro utilizzato per vent’anni dal Giani per registrare date, pagamenti, nomi dei committenti, condivisione degli incassi con la sua bottega ed in particolare con Gaetano Bertolani che ne era a capo, dalla consultazione del quale è possibile ripercorrere vent’anni di vita del pittore e della storia di quegli anni.

Da quel momento la casa del dottor Riccardo Giani si aprì per anni a critici e studiosi quali l’architetto Golfieri, il dottor Acquaviva, la professoressa Vitali e la professoressa Ottani Cavina e cominciò quel continuo processo di recupero e rivalutazione della figura di Felice Giani che ha riportato il maestro neoclassico al centro della scena artistica di fine ‘700 ed inizio ‘800 ed ha fugato definitivamente i dubbi che si erano venuti a creare riguardo al suo luogo di nascita grazie al ritrovamento dell’atto di battesimo originale ancora oggi conservato nei Registri della Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano Curone.

L’atto n. 1894 del Registro dei Battesimi della Parrocchia di San Sebastiano Curone recita così:
”Anno Domini millesimo septingesimo quinquagesimo octavo, die decima septima dicembri. Ego Pantaleon Franceschelli, praepositus ecclesiae plebane parochialis sub titulo S. Sebastiani martiris, oppidi S. Sebastiani, supplevi cerimonias catechismi et sacras preces adhibui super infantem natum die decima quinta huius, ex domino Iulio Dominico et domina Angela Maria iugalibus De Ianis huiusmet oppidi, baptizatum vite in necessitate ab Anna Roveta ostetrica ut ipsa mihi asserit, cui nomen Felix Antonius Gaspar Melchior Balthasar fuit impositum. Patrini fuere dominus Pasqualis Ianus et domina Marianna Rosalia Bergonzia uxor domini Francisci Antonii Aloisii, ambo huiusce oppidi S. Sebastiani.”
“Nell’anno del Signore 1758, il giorno 17 di Dicembre. Io Pantaleone Franceschelli, preposto della Chiesa Pievana Parrocchiale del titolo di San Sebastiano martire, nel paese di San Sebastiano, completai le cerimonie del catechismo e rivolsi le sacre preghiere sopra un bambino nato il giorno 15 di questo (mese) dal signor Giulio Domenico e dalla signora Angela Maria, coniugi, dei Giani di questo stesso paese, battezzato in necessità di vita da Anna Roveta ostetrica, come essa mi riferisce, al quale fu imposto il nome di Felice Antonio Gaspare Melchiorre Baldassarre. Padrini furono il signor Pasquale Giano e la signora Marianna Rosalia Bergonzia, moglie del signor Francesco Antonio Aloisio, entrambi di questo paese di San Sebastiano”