BIOGRAFIA
Nascita e formazione
Felice Giani, originale pittore neoclassico anticipatore del romanticismo, nasce il 15 dicembre 1758 a San Sebastiano Curone (Alessandria); artista vulcanico e bohémien, disegnatore prolifico, trascorre i primi anni di apprendistato a Pavia, sotto la protezione della nobile famiglia Botta Adorno proprietaria di un feudo confinante con quello di San Sebastiano, con il pittore Carlo Antonio Bianchi e l’architetto Antonio Galli Bibiena e a Bologna, dal 1778, presso i pittori Domenico Pedrini e Ubaldo Gandolfi e l’architetto Vincenzo Mazza. Di queste prime esperienze restano, nella sua sensibilità, le suggestioni dell’ambiente bolognese e veneto, una cultura figurativa che spazia dai Carracci, a Pellegrino Tibaldi, alla tradizione barocca ed in particolare alla straordinaria e colta pittura dei fratelli Gaetano e Ubaldo Gandolfi.

Roma, l’incanto dell’antico, l’Accademia dei Pensieri
Dal 1780 al 1786 è a Roma sotto la protezione del principe Andrea Doria Pamphili la cui famiglia possedeva dal 1547 il feudo imperiale di San Sebastiano, saranno anni fondamentali per la sua formazione. Frequenta l’Accademia di San Luca, prosegue gli studi presso Pompeo Batoni, Cristoforo Unterperger e l’architetto Giovanni Antonio Antolini (che più tardi gli procurerà prestigiosi incarichi a Parigi e Venezia e con il quale nel 1801 collaborerà alla realizzazione del progetto per il Foro Bonaparte di Milano), si dedica con passione indomita allo studio dell’Antico riempiendo fitti taccuini di annotazioni e disegni tratti dalla Domus Aurea, Villa Adriana e le Terme di Tito. Nel 1792 visiterà anche Napoli, Ercolano e Pompei: l’incanto che eserciterà su Giani l’Antico informerà tutta la sua pittura successiva.
Roma significherà anche una formazione intellettuale di primo piano a stretto contatto con Mengs, Hamilton, Canova, Gessner e tutta la cerchia frequentante lo studio cosmopolita di Angelica Kauffmann. Varie e molteplici sono per l’artista le occasioni di riflessione: interessato al lavoro del contemporaneo Giuseppe Cades coglie il fascino nordico di pittori quali Barry, Fussli, Flaxman, attratto nel contempo dall’espressività di Michelangelo e dei manieristi, dalla pittura di Tibaldi, di Pietro da Cortona e più in generale dalle grandi fonti del Cinque e Seicento fra le quali, folgoranti per gli esiti futuri della decorazione d’interni, sono le Logge vaticane di Raffaello che nel 1788 Giani collabora a riprodurre integralmente con Cristoforo Unterperger per Caterina II di Russia ad ornamento del Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo.
La sua prima vera commissione lo porta nel 1786 a Faenza a dipingere la Galleria dei Cento Pacifici, poi la Galleria di palazzo Conti; conclusi i lavori, eletto a Bologna accademico clementino nel 1787, torna a Roma dove fonda l’Accademia dei Pensieri. Da questo momento si dedicherà senza sosta all’ attività di abbellimento di ricche dimore accompagnata dalla produzione di rare e pregevoli opere a cavalletto e di un gran numero di disegni dallo stile inconfondibile conservati nei più importanti musei.

“Interior Designer” di grande successo, disegnatore inesauribile
Tra 1789 e 1793 è a palazzo Altieri la cui decorazione diviene tappa fondamentale nella definizione dello stile e del percorso artistico di Giani, sancendo quella che sarà la sua privilegiata sede d’espressione ed innovazione: la decorazione d’interni per la quale si avvarrà di una organizzatissima bottega che lo seguirà in ogni sua impresa. Ne faranno parte Gaetano Bertolani, Antonio Trentanove, i fratelli Ballanti Graziani, Pietro e Marcantonio Trefogli.
Giani progetta l’intero ambiente, la sua è una concezione globale che guarda con la stessa attenzione allo spazio architettonico come ai singoli elementi: ornato, stucchi, ebanisteria, arredo, disegna tutto nei dettagli per poi lasciare la realizzazione ai suoi collaboratori mentre lui, su volte e pareti propone, col suo fare agile ed elegante, una decorazione neoclassica lontana dal convenzionale, giocata con grande libertà sull’estro, la fantasia, il dinamismo e gli immancabili rimandi all’antichità, luminosa di tempere dai colori vivaci e splendenti. Nei suoi cicli decorativi si compone una nuova unità in cui figure e ornato sono armonicamente accordati. Palazzo Milzetti a Faenza (1802- 1805) si pone come esempio cardine del nuovo corso: ambienti raffinati, decorazioni in stile pompeiano e una capacità narrativa straordinaria che esibisce soggetti iconografici sempre misurati alla destinazione d’uso dell’ambiente o su interessi ed inclinazioni del committente. Giani è interprete intelligente dei gusti e delle aspirazioni della classe in ascesa legata alla politica francese, con cui si relaziona e della quale sa glorificare il nuovo ruolo politico e sociale forgiando un nuovo modello di residenza d’élite confortevole e funzionale; nei suoi lavori non impiega bronzi, marmi e rasi di pregio ma sfrutta al meglio le tempere e l’abilità artigiana dei suoi collaboratori per celebrare eleganza e cultura piuttosto che rango e ricchezza.
Ecco quindi, tra 1802 e 1822, lo snodarsi di un’ ininterrotta attività di decoratore nei più prestigiosi palazzi di Venezia, Bologna, Roma, Parigi e molte altre città che lo consacrerà come uno dei massimi artefici di questa forma d’arte.

Riconoscimenti e caduta da cavallo
A fronte di cotanta attività e fama, forse a causa della sua vita irregolare e della sua scarsa propensione per le opere a cavalletto, saranno davvero tardivi i riconoscimenti ufficiali: nel 1811 Giani è designato accademico all’Accademia di San Luca, mentre nel 1819 diventa membro della congregazione dei Virtuosi del Pantheon solo pochi anni prima della caduta, sulla strada di ritorno per Roma da Bologna, che gli procura una ferita alla mano sinistra rivelatasi fatale. Muore il 10 gennaio 1823 e viene sepolto in Sant’Andrea delle Fratte a Roma.