ANTOLOGIA CRITICA

Brevi note di antologia critica sono riportate qui di seguito per inquadrare e riassumere il pensiero di eminenti studiosi sulla figura di Felice Giani; informazioni più dettagliate possono trovarsi nella ricca bibliografia riportata a piè pagina.

“(…) La distanza tra l’esuberante temperamento del Giani e l’accademismo imperante in quella e nelle generazioni successive era tale che non è da far meraviglia se, lui morto, sia stato cancellato il suo nome dagli elenchi degli artisti e muta a suo riguardo sia divenuta la critica d’arte. Richiamare oggi l’attenzione degli studiosi sulla personalità di Felice Giani vale soprattutto a rilevarne quei presentimenti romantici che, come fa notare il Longhi, rappresentano “la vera forza dei neoclassici italiani” di fronte alla tanto esaltata scuola del David. (…) Si può pertanto affermare che per il tramite di artisti estrosi come il Giani, portati a forzare toni e gesti per un gusto personale ma anche in voluta polemica con l’accademismo e il classicismo imperanti, il barocco si innesta direttamente al movimento romantico e quasi salta a piè pari la parentesi neoclassica e purista”. (E. Golfieri “Felice Giani” – Paragone, 1950 n.7)

 “(…) Con questo utilissimo articolo del Dott. Golfieri su “Felice Giani”, Paragone è lieto di sollecitare un’attenzione più corrente per un artista che darà sorprese, rivelando sempre meglio la sua precoce e brillante partecipazione al movimento “preromantico” in Europa”(…) (Roberto Longhi – Paragone, 1950 n.7)

“(…) A proposito di riesumazioni: Io penso con insistenza al Giani. A Parigi, sebbene egli abbia decorato le Tuileries, il suo nome è completamente dimenticato, dopo le distruzioni della commune, nel ’70. Eppure io sono sempre più convinto che la sua importanza è stata enorme nella formazione del romanticismo pittorico francese”. (da Gericault a Delacroix. Roberto Longhi, 20 Dicembre 1949).

Roberto Longhi
Archivio Pittor Giani, Roberto Longhi
Anna Ottani Cavina
Archivio Pittor Giani, Dott. Anna Ottani Cavina
Marcella Vitali
Archivio Pittor Giani. Dott. Marcella Vitali

 “…Un disegnatore che con il suo stile ha “plagiato” un’intera generazione di artisti…”

“…la figura di Giani introduce alla cultura più larga dell’Europa di Napoleone. Quando, da Roma a Milano a Parigi, da Londra a Stoccolma a San Pietroburgo, le nuove dimore aristocratiche, da sempre strumento di affermazione sociale, tendevano a celebrare eleganza e cultura piuttosto che la ricchezza ed il rango…”

“…Colorate, bellissime, funzionali, già molto facili all’intimità, le residenze progettate da Giani sono forse il contributo più alto, sul versante italiano, alla decorazione dell’età neoclassica, al suo sogno nostalgico di “vivere all’antica”…”

“(…) Per fare di una dimora un incanto, ci voleva una sorprendente capacità di tradurre in immagini sogni e ambizioni di una classe in ascesa. Giani si avvaleva di un pugno di amici (stuccatori, carpentieri, pittori di ornato) “ch’ei capricciosamente chiamava la sua bottega”. Li governava attraverso il disegno. Una traccia sommaria, progetti veloci che però attribuivano allo scapigliato atelier un’impronta elegante, uno stile… Giani era anche disegnatore grandissimo: dall’antico, dal vero, nei fogli finiti, negli appunti abbreviati da passare all’equipe. Penna, bistro, matita, freschissime gouaches. Il suo talento è agile, pieno di verve, estraneo al neoclassicismo purista.(..)“

“(…) Con solare ardimento, lui entrava da protagonista nell’Europa neoclassica per strade che non erano quelle della pittura di storia. Giani sapeva che la grande accademia, votata al culto della figura, abitava ormai nel regno di Francia. Sceglieva di battersi su un terreno diverso, quello della progettazione e decorazione d’interni. Forgiando una lingua, un repertorio, una tecnica, riaffermava il primato della pittura in gara con gli artisti più audaci d’Europa, in gran parte designers e architetti.(…)”

(Anna Ottani Cavina, Felice Giani 1758-1823 e la cultura di fine secolo, Electa 1999)

 “….una delle personalità artistiche più affascinanti tra quanti operarono in età neoclassica: la ricchezza di spunti e di aspetti è tale e talmente complessa da lasciare sconcertati per il personaggio singolare che ne scaturisce (…)”

“…..gli elementi di arredo, il braciere, il tendaggio, costituiscono la scena indispensabile alla recita del dramma che assume a volte gli accenti del tono elegiaco e talaltra di quello tragico, motivando il sospetto di un Giani già attento a quei fermenti preromantici che agitavano gli spiriti più irrequieti e comunque sempre aggiornato su quanto si andava dibattendo negli ambienti dell’epoca (…..)”

 (Marcella Vitali a cura di, catalogo della mostra Felice Giani, dipinti e disegni da collezioni private, Edit Faenza 2004)

 “Se penso allo stupore con cui presi consapevolezza dell’esistenza di Felice Giani più di trent’anni fa in occasione della grande mostra del Settecento emiliano, una parte essenziale della quale era l’Età neoclassica a Faenza nella sede di Palazzo Milzetti, mi appare anche più strano essere ora qui a parlarne nella posizione ravvicinata e privilegiata di possessore di un libro e di un taccuino ricchi di sue notevoli e rare testimonianze. Quasi distrattamente, ma con straordinaria soddisfazione, mi determinai ad acquistarli, poco meno di vent’anni fa, dal colto e curioso Carlo Virgilio, infaticabile scopritore di opere preziose e remote(…)”

(Vittorio Sgarbi, FELICE GIANI Maître du néoclassicisme italien à la cour de Napoléon, 2010)